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LE PIÈCE TEATRALI

OVVERO QUANTI PERSONAGGI ESCONO DA TE, CIOÈ QUANTE PERSONALITÅ MULTIPLE HAI?

 

Questa è la pagina dedicata alle pièce, alle commedie, ai monologhi scritti per il teatro.

L’ambigua storia di un bicchiere di Merlot

 

Vincitore del Permio Fersen alla Regia 2014

 

L’ambigua storia di un bicchiere di Merlot, è un'opera in atto unico scritto da Fernando Coratelli. È un gioco di coppie che scoppiano, metafora della crisi che investe l’uomo e la donna quando il vincolo matrimoniale si trasforma in un intrico, un nodo che nessun pettine riesce a sciogliere, e allora diventa inevitabile un taglio radicale. 
L’ambiguità è la protagonista assoluta di una vicenda in cui il merlo, nuovo agnello sacrificale, fa da specchio ai quattro protagonisti, ai loro rancori, ai loro desideri più nascosti, alle loro paure, alle loro fragilità e alle loro nevrosi. Uno specchio dei tempi dove a farne le spese è la verità: mal celata, maltrattata e frammentata.

Andata in scena per la prima volta alla Fabbrica del Vapore (Milano) con il patrocinio del Comune di Milano il 12-13-14 dicembre 2013, con la regia di Luca Busnengo è stato insignito del Premio Fersen alla Regia 2014

Cosa vuoi che sia

(Siamo state tutte bambine)

 

Cosa vuoi che sia è uno spettacolo scritto da Fernando Coratelli, Laura Anzani, Margherita Remotti e Lisa Vampa. È un’opera che parla di donne, un monologo interpretato da diverse voci femminili. Differenti realtà che si uniscono in una grande storia, unica e condivisa insieme. È un luogo fisico e dell’anima, in cui gettare la maschera, svelare fragilità, vulnerabilità, sogni e desideri. 
Lo spettacolo porta in scena una polifonia di voci che attraversa quattro quadri ispirati alla vita e alle vicende di donne comuni e non solo.
I diversi quadri vogliono svelare il coraggio al femminile, accompagnando il pubblico nell’esperienza di vivere queste storie in prima persona, cominciando dall’incontro con le tre protagoniste che avverrà prima ancora dell’inizio dello spettacolo. 
In circa un’ora di tempo, le tre attrici vivono vite intense e legate da un fil rouge che si snoda dalla disperazione in cui il silenzio può richiudere, fino al messaggio di speranza per un cambiamento radicale e voluto verso l’incontro con i loro desideri più profondi e più veri.

C’è ancora vita sulla

costa orientale?

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C’è ancora vita sulla costa orientale? di Fernando Coratelli è un’opera aperta, modulare, un work in progress: quarantacinque scene ispirate a altrettanti quadri di Edward Hopper. I personaggi (dodici principali) intrecciano relazioni e amori fra loro, narrano vicende di un Occidente al capolinea negli affetti, nei valori borghesi tradizionali, nel lavoro. Ogni scena termina appunto visivamente in un quadro di Hopper. Il fil rouge che lega le vicissitudini dei personaggi risiede in una speranza: quella di un futuro migliore, un sole dell’avvenire in cui però i protagonisti dell’opera nel suo complesso non saranno mai in grado di realizzare con le proprie mani, e si affideranno così sempre al sogno che il sorgere del sole del giorno successivo porti con sé una rivalsa, un riscatto.

“C'è ancora vita sulla costa orientale?” è il primo tentativo di opera seriale teatrale, gli stessi quadri avranno diverse interpretazioni, e tutti insieme formeranno un’unica storia. Tuttavia le scene e i quadri potranno essere smontati e rimontati a formare filoni a se stanti, storie sottotraccia che racconteranno storie parallele e coincidenti.

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L’ultima bambola

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Una storia che racconta la potenza creativa della memoria, la paura del presente e le oscure forze dell’arte.

Brigida è una scrittrice in pieno blocco creativo. Da quando si è separata vive in stato di autosegregazione in casa. Pian piano, grazie all’aiuto della terapia e dei farmaci comincia a uscire dal suo guscio. È così che una mattina un casuale incontro con una mendicante le fa ritrovare un bigliettino da visita, su cui c’è vergato a penna un messaggio d’amore del suo ex marito, Luciano – è l’unico ricordo che non aveva eliminato di lui. Così un’onda risale dal profondo del suo io, e torna a raccontarsi; a scriversi. In un gioco di specchi, davanti al suo doppio e alla sua coscienza, ammette il difficile rapporto con la scrittura, con l’amore, con il padre, finché riafferra se stessa e riporta in vita la bambola di un aneddoto di Kafka, aneddoto cui era molto legato suo padre.

La memoria le restituisce il magma della creazione, e finalmente potrà tornare a scrivere, a raccontare storie, a viaggiare intorno al mondo.

Un testo che evidenzia fragilità e frammentarietà di un’epoca contemporanea ancora a metà strada tra i consolidati schemi novecenteschi e le nuove forme e pulsioni del nuovo secolo e Millennio. Può essere la creazione artistica la salvezza e la svolta di un’era con troppi padri e pochi figli?

I dispersi

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In scena dal 17 al 22 ottobre 2017 Teatro Out Off – Milano

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Redazione di una WebTv ai piani alti di un moderno Skyline. Entra una Donna senza nome che vuole denunciare una scomparsa. L’anchorwoman di punta del canale, Elda Moroni, le fa notare che ha sbagliato – la polizia è alcuni piani più sotto. La Donna afferma di cercare Elda Moroni che, lusingata, decide di ascoltarla. La Donna vuole denunciare la propria scomparsa. Elda capisce di avere di fronte il caso di cronaca più seguito del momento: una donna svanita che si è lasciata dietro il cadavere del marito e dei vicini di casa. Eccitata dal possibile scoop, la trattiene in redazione e chiama Marco, il regista, cameraman e tuttofare, e la sua collega Armida Lopriore, ombra e gregaria di Elda. La situazione però precipita. La Donna comincia a farneticare di apocalisse, invasione del loro mondo da parte di stranieri e guerra globale; accusa tutti loro di condurre un’esistenza scollata dalla realtà, in un mondo futuribile in cui la classe dirigente vive all’interno di Grattacieli autarchici, mentre il resto dell’umanità, nelle periferie, viene lasciata in balia di pestilenze, guerre e esodi. A questo punto Armida, madre timorosa e influenzabile, dà credito ai deliri della Donna e comincia a perdere la ragione. Tuttavia, al culmine della ricostruzione dei fatti, le due anchorwomen cambiano maschera per esigenze di palinsesto. Entra in scena la stagista Adele: deve andare in onda il videogiornale. Le due speaker si rincorrono verbalmente in un crescendo di notizie terrificanti al limite del surreale. Finché in collegamento FaceTime dalle periferie compare il Colonnello Dietrich von Bern, che si dice abbia preso il potere e abbia iniziato la costruzione di un Muro per difendere l’antica Nazione. Da questo momento tutta l’opera gioca sull’inversione tra informazione e realtà, fino alla scena finale in cui non si distingue più cosa sia vero da cosa sia falso.

Tra contemporaneo e futuro, tra presente e richiami del passato, tra slang e lingua letteraria, con musiche e scenografie originali studiate apposta per l’opera, I dispersi è una pièce polivocale in cui niente è quello che vuole sembrare, in cui escono allo scoperto le più profonde paure che abbiamo dentro di noi, amplificate nella nostra contemporaneità dalla cassa di risonanza dell’informazione, dell’essere connessi, del sentito dire che diventa realtà.

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Fame. The superstar

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Musical in scena al Palazzo dei Congressi di Lugano – maggio 2018

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Scritto da Fernando Coratelli, diretto da Margherita Remotti, coreografato da Mauro Marchese, Fame. The Superstar è la celebrazione, a cinquant’anni di distanza, del Sessantotto, le sue utopie, le sue ispirazioni, i suoi sogni e, naturalmente, la sua musica tra originali ispirazioni di classici dell’epoca (firmati, tra gli altri da David Bowie, John Lennon, Aretha Franklin, Beatles, Janis Joplin…) musiche composte per l’occasione da Paolo Meneguzzi e Simone Tomassini.

L’ambientazione di Fame Superstars è la New York degli anni Sessanta e Settanta, vivacizzata da movimenti di protesta e di rivendicazioni civili, ma anche una diffusa creatività artistica che aveva nella “Factory” di Andy Warhol il suo cuore pulsante. Ed è proprio lì che, tra ricostruzioni storiche, aneddoti e finzione si muove un variegato universo di personaggi tra i quali il pubblico riconoscerà artisti entrati nella leggenda ed altre figure che pur avendolo a lungo inseguito, hanno solo sfiorato il successo.

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